ORBETELLO

"Aria di terra e mare, aria di prato e bosco,
odor di muschio e d’alga, odore d’erba e d’ostrica!"
Rosso di San Secondo, Uragano d’autunno, 1941
 
In origine etrusca, per poi passare sotto il controllo dei Romani e, successivamente, sotto il dominio degli Aldobrandeschi, di Orvieto, degli Orsini e, infine, della Repubblica di Siena, Orbetello è, oggi, 
un importante centro turistico nel centro della Costa d‘Argento
Si erge nel mezzo dell’omonima laguna ed è unita al Monte Argentario da una strada costruita su di un terrapieno artificiale, comunemente conosciuta come „la diga“, che ha diviso la laguna in due specchi d’acqua (Laguna di Levante e Laguna di Ponente).
Gli edifici più significativi del centro storico sono la Cattedrale, ubicata vicino al corso principale, il Palazzo del Podestà in Piazza Eroe dei due Mondi e le Mura, corredate dalle antiche porte di accesso alla città. 
La Cattedrale di Santa Maria Assunta è la chiesa principale, costruita originariamente sui resti di un tempio etrusco-romano, ricostruita nel 1375 in stile gotico-toscano.
Il territorio del Comune di Orbetello è estremamente variegato: la zona umida lagunare è divisa dal mare da due tomboli (il Tombolo della Feniglia ed il Tombolo della Giannella) caratterizzati da lunghe spiagge sabbiose, pinete e macchia mediterranea, mentre, in prossimità dei rilievi di Talamone e di Ansedonia la costa diventa rocciosa.
 
Talamone
 
"una roccia, una torre, una tasca di mare che è di turchese purissima, non si può dire altro. […] Se poi ci si avvicini al porto di Talamone, il colore non scomparisce, ma si complica di venature d’ametista."
(Cesare Grandi, 1962)
 
Talamone è un borgo marinaro, oggi dedicato quasi interamente al turismo, le cui origini risalgono agli Etruschi. 
La leggenda vuole che sia stato fondato da Telamone, padre di Ajace ed uno degli Argonauti ma la storia ci riporta a Tlamu, il nome etrusco con il quale era conosciuto, modificato, in seguito, dai Romani in Telamon. 
Appartentuo alla Repubblica di Siena nel Medioevo, è conosciuto, soprattutto, perchè nel 1860 vi fece sosta la spedizione dei Mille di Garibaldi.
 
Ansedonia 
 
"Ho passeggiato per la morta città di Cosa al tramonto. Il Fòro giace già in ombra, abbracciato a ulivi secolari. Dalle cisterne, di sotto agli archi e ai pavimenti, sbucano pipistrelli, spruzzano il nero le tacite vestigia e si sciolgono nella notte sopravvenuta alla traditora. Balena sull’Argentario.
Salgo lungo la Via Sacra in lento, maestoso declivio."
Bino Sanminiatelli, Giorni ad Ansedonia, in Id., Mi dico addio, 1960
 
Ansedonia è un piccolo promontorio posto a sud, ultima propaggine del comune di Orbetello prima di entrare nel territorio di Capalbio.
La parte alta del suo territorio riporta le origini storiche con i resti dell’antica città romana di Cosa dove sono, ancora oggi ben visibili, i resti ben conservati di edifici, un tratto della via di accesso e della porta della città mentre, la parte più bassa è decisamente più moderna e legata al turismo, con tutta una serie di ville e strutture dedicate al turismo balneare.
Di particolare interesse, ai piedi del promontorio, i resti sommersi del piccolo Portus Cosanus e la Tagliata (conosciuta come Tagliata Etrusca) che collegava, con un taglio nella roccia, il lago di Burano al mare, realizzata dai romani per evitare l’insabbiamento del porto Cosano.

Orbetello
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